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Per definizione l'assolutismo indica qualsiasi sistema in cui l'autorità del monarca (ma anche del despota, del dittatore o del tiranno) non conosce limiti costituzionali. L'assolutismo rimanda dunque a ciò che è sciolto, libero, incondizionato e assolto da qualsiasi limite e condizione proprio come l'assoluto, sebbene sotto l'aspetto strettamente umano. Invece, proprio sotto un'ottica metafisica e ontologica, risultando l'assoluto sciolto, libero e incondizionato, esso non ha bisogno di cause per esistere recando già in sé una propria "ragion d'essere" e rivelandosi così un Essere Perfetto. Visto ed esaminato in prospettiva filosofica, dunque, il termine "assolutismo" supera l'accezione puramente politica inerente a una forma governativa totalitaria per ampliarsi ed estendersi, o meglio, per fare ritorno nell'assoluto, cioè in quella completezza misteriosa, universale, primordiale e "pura" che per l'Essere umano si rivelerà sempre ineffabile, indeterminabile e inconoscibile e forse antecedente al "peccato originale".